martedì 22 maggio 2018

WIRED NEXT FEST 2018


Spettabili aziende organizzatrici, sponsor e partner di WIRED NEXT FEST 2018 ai Giardini Montanelli, vi inviamo qui di seguito quanto abbiamo comunicato oggi al Sindaco di Milano, a tutti gli assessori, ai dirigenti dell’Area Verde del Comune, alle forze di polizia e a tutti i nostri soci.
Le immagini allegate coinvolgono inevitabilmente anche chi partecipa come sponsor. Oramai abbiamo capito: il risultato di questo evento è di grande immagine e profitto per voi, ma lascia una montagna di sporco, danni e problemi per tutti gli altri. Già da diversi anni, dopo il WIRED FEST ai Giardini, restano solo le “cicatrici” di questo sproporzionato evento e nessun elemento di miglioramento. Altri importanti eventi invece lo fanno, voi no. Noi pensiamo che non sia giusto. Se la vostra partecipazione nasce anche dal desiderio di fare del bene alla collettività, sappiate che non è così. Se i vostri grandi mezzi finanziari potessero, almeno in minima parte, contribuire a migliorare il posto che vi ospita, questi Giardini tornerebbero, in poco tempo, ad essere un posto straordinario come fu concepito oltre 2 secoli fa e per tutti i cittadini. Date un’occhiata a questo documento: https://www.dropbox.com/s/yn2q2mz3jxq3ymj/AGIAMO%20-%20Progetti%202017-19.pdf?dl=0 e capirete a cosa ci riferiamo.
Grazie.

Milano, martedì 22 maggio 2018
Gentili Signore, Egregi Signori,
nostro malgrado scriviamo nuovamente a proposito dell’evento WIRED NEXT FEST che venerdì prossimo sarà inaugurato ai Giardini Montanelli.
Le nostre preoccupazioni sono sempre molto grandi perché la dimensione dell’evento, delle sue strutture, dei tempi e dei mezzi impiegati per allestirlo sono, a nostro giudizio, eccessive rispetto al luogo che è costretto a ospitarlo.
Il cantiere di questi giorni, e che ritroveremo a fine evento, è assai pericoloso e ha tagliato in due il parco, in buona parte facendo ricorso ai nastri segnaletici che nessuno di buon senso può considerare un presidio sicuro per evitare che i bambini “invadano” (pazzesco dovere usare questo termine in una zona dove ci sono i loro giochi) l’area continuamente impegnata dall’andirivieni di mezzi pesanti. Noi speriamo che questo modo di agire sia stato un arbitrio dell’organizzatore perché è inconcepibile acconsentire ad adottare una misura di sicurezza così approssimativa in un parco pubblico così tanto frequentato in primavera. Siamo altresì sicuri di un altro arbitrio e cioè che l’area occupata, e resa inagibile da chi ha montato l’enorme padiglione e il palco per i concerti, sia più ampia di quella logicamente concessa. Sta di fatto che ha inutilmente precluso il passaggio al pubblico nella zona dei bastioni e in altri comuni attraversamenti.
Tornando ai mezzi impiegati, è facile capire il disagio e il danno causato a tutti i frequentatori del parco, bimbi in testa, dal transito di autoarticolati, autocarri, muletti, trattori e di una gigantesca autogru che hanno alzato polvere e inquinato una delle zone più frequentate proprio dai piccoli.
Per ciò che riguarda invece i concerti, sappiamo che l’anno scorso sono stati messi in atto dei provvedimenti, grazie a noi, che hanno ridotto le conseguenze dannose che si ebbero nel 2016, ci riferiamo soprattutto ai cocci di bottiglie di vetro. Tuttavia vorremmo essere sicuri di essere bene compresi quando affermiamo che i problemi ci furono eccome! Queste foto (alcune della notte) che alleghiamo, stanno a testimoniare quanto da noi affermato. Le bottiglie abusive e quelle nascoste in borse e zaini entrarono sia dal lato bastioni, che da corso Venezia, che da via Palestro sin da metà  pomeriggio del venerdì e del sabato, e poi anche col buio. Noi speriamo che quest’anno il livello di controllo e sicurezza venga ulteriormente innalzato.
Infine, ma assai rilevante per noi, non capiamo come mai chi trae profitti dagli eventi svolti ai Giardini non debba contribuire a migliorarli concretamente e direttamente: forse sarebbe l’unico modo per riuscire, almeno in parte, a “digerirli”.
Per concludere ripetiamo quanto già affermato l’anno scorso: la sensazione peggiore è proprio quella di essere nelle mani, non di chi dovrebbe decidere e sorvegliare nell’interesse della collettività, ma di chi l’evento organizza e ne trae i profitti alla faccia dell’importanza, dell’adeguatezza e della delicatezza del luogo prescelto.

Il Consiglio Direttivo di AGIAMO
335.6123.640










giovedì 17 maggio 2018

Firmata la convenzione tra BRERA e AGIAMO per il restauro di Italia turrita


Gentili Signore Socie, Egregi Signori Soci,
abbiamo il piacere di informarvi che abbiamo firmato una CONVENZIONE con l’Accademia delle Belle Arti di Brera per il restauro della statua di Italia turrita che fu vandalizzata nell’ottobre 2016.
AGIAMO ha messo a disposizione degli studenti 2.500 euro tra premi, borse di studio e pubblicazione dei progetti.
Noi speriamo di riuscire ad aumentare considerevolmente questo importo, e magari anche a sostenere finanziariamente le attività di restauro, grazie all’intervento sia vostro, sia di altri privati, che di aziende interessate a partecipare a questa importante iniziativa.
A questo proposito stiamo organizzando una conferenza stampa a Palazzo Marino per presentare ai media, alle istituzioni e ai cittadini interessati i termini dell’accordo.
Vi terremo informati su data e orario.
Con la speranza di potere raccogliere presto la vostra libera disponibilità, sia economica che a pubblicizzare e diffondere questo progetto, vi salutiamo cordialmente.

Il Consiglio Direttivo di AGIAMO
335.6123.640

Dropbox: https://www.dropbox.com/sh/ox8iiav7ox447rx/AABZAtuocZFIWcPe3EiGZzAca?dl=0

Questa non è una statua qualsiasi, è la personalizzazione del nostro Paese, una giovane donna dal corpo rigoglioso e con la testa cinta da una corona di mura. In un primo tempo sembrava che si dovesse semplicemente prendere atto di quanto successo per poi dimenticarselo il più presto possibile, ma col tempo abbiamo capito che c’era qualcosa di molto importante che sarebbe potuto emergere, che andava oltre il gesto in sé, e che la peggiore notizia sarebbe stata proprio l’oblio e l’indifferenza e non tanto la rottura.
Questa Italia turrita è carica di simboli e significati di altissimo profilo. Fu realizzata in marmo bianco di Carrara da Alessandro Puttinati, autore di alcune statue del Duomo e della chiesa di San Simpliciano, nonché del monumento a Carlo Porta (che fu poi distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale) e fu in qualche modo premonitrice dell’unità del nostro Paese in quanto fu scolpita dieci anni prima della proclamazione del Regno d’Italia. Fu realizzata grazie alla sottoscrizione di un gruppo di cittadini milanesi per onorare i martiri dello Spielberg e fu la prima statua posta a Milano dopo l’Unità d’Italia.
I suoi primi anni di vita, quasi 170 anni fa, furono molto avventurosi in quanto, grazie all'intelligenza del conte Francesco Benedetto Arese Lucini, politico italiano, senatore e cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata, nonché nipote di Francesco Teodoro Arese Lucini, patriota italiano e condannato alla reclusione presso la fortezza dello Spielberg, riuscì a sfuggire alla polizia austriaca che voleva distruggerla. In realtà però il peggio le è capitato ai giorni nostri, a metà settembre dell’anno scorso, quando prima è stata incappucciata e le è stato messo un cappio al collo e poi, dopo un paio di settimane, è stata mutilata.
Da quando è successo tutto questo, la nostra associazione AGIAMO - Amici GIArdini MOntanelli, non ha smesso di occuparsi di lei e di immaginare in quali modi potere trasformare una vigliaccata in una occasione per valorizzarla. Dapprima abbiamo offerto una ricompensa di 500 euro a chiunque avesse fornito notizie utili al ritrovamento dei pezzi spaccati e spariti (che abbiamo stimato pesare intorno ai 50 chili) e poi abbiamo iniziato a guardarla non solo come un braccio di marmo spaccato, ma a tutto ciò che può simbolizzare un danno fatto a noi, ai nostri valori, ai nostri sentimenti più intimi. E allora abbiamo pensato che sarebbe stato bello finanziare una borsa di studio per gli studenti di Brera, o di qualche altro istituto d’arte milanese, per l’elaborazione di progetti di restauro creativo della statua, di installazioni luminose e quant’altro che possano simboleggiare il superamento della violenza subita non solo da una statua di marmo, ma da una donna e da un Paese intero, o anche la reazione vitale di superamento di una disabilità.