Gentili
Signore Socie, Egregi Signori Soci,
abbiamo
il piacere di informarvi che abbiamo firmato una CONVENZIONE con l’Accademia
delle Belle Arti di Brera per il restauro della statua di Italia turrita che
fu vandalizzata nell’ottobre 2016.
AGIAMO
ha messo a disposizione degli studenti 2.500 euro tra premi, borse di
studio e pubblicazione dei progetti.
Noi
speriamo di riuscire ad aumentare considerevolmente questo importo, e
magari anche a sostenere finanziariamente le attività di restauro, grazie
all’intervento sia vostro, sia di altri privati, che di aziende interessate a
partecipare a questa importante iniziativa.
A
questo proposito stiamo organizzando una conferenza stampa a Palazzo Marino per
presentare ai media, alle istituzioni e ai cittadini interessati i termini
dell’accordo.
Vi
terremo informati su data e orario.
Con
la speranza di potere raccogliere presto la vostra libera disponibilità, sia
economica che a pubblicizzare e diffondere questo progetto, vi salutiamo
cordialmente.
Il
Consiglio Direttivo di AGIAMO
335.6123.640
Sito
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Questa non è una statua qualsiasi, è la personalizzazione del nostro Paese, una giovane donna dal corpo rigoglioso e con la testa cinta da una corona di mura. In un primo tempo sembrava che si dovesse semplicemente prendere atto di quanto successo per poi dimenticarselo il più presto possibile, ma col tempo abbiamo capito che c’era qualcosa di molto importante che sarebbe potuto emergere, che andava oltre il gesto in sé, e che la peggiore notizia sarebbe stata proprio l’oblio e l’indifferenza e non tanto la rottura.
Questa non è una statua qualsiasi, è la personalizzazione del nostro Paese, una giovane donna dal corpo rigoglioso e con la testa cinta da una corona di mura. In un primo tempo sembrava che si dovesse semplicemente prendere atto di quanto successo per poi dimenticarselo il più presto possibile, ma col tempo abbiamo capito che c’era qualcosa di molto importante che sarebbe potuto emergere, che andava oltre il gesto in sé, e che la peggiore notizia sarebbe stata proprio l’oblio e l’indifferenza e non tanto la rottura.
Questa Italia turrita è carica di
simboli e significati di altissimo profilo. Fu realizzata in marmo bianco di
Carrara da Alessandro Puttinati, autore di alcune statue del Duomo e della
chiesa di San Simpliciano, nonché del monumento a Carlo Porta (che fu poi
distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale) e fu in qualche modo
premonitrice dell’unità del nostro Paese in quanto fu scolpita dieci anni prima
della proclamazione del Regno d’Italia. Fu realizzata grazie alla
sottoscrizione di un gruppo di cittadini milanesi per onorare i martiri dello
Spielberg e fu la prima statua posta a Milano dopo l’Unità d’Italia.
I suoi primi anni di vita, quasi
170 anni fa, furono molto avventurosi in quanto, grazie all'intelligenza del
conte Francesco Benedetto Arese Lucini, politico italiano, senatore e cavaliere
dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata, nonché nipote di Francesco
Teodoro Arese Lucini, patriota italiano e condannato alla reclusione presso la
fortezza dello Spielberg, riuscì a sfuggire alla polizia austriaca che voleva
distruggerla. In realtà però il peggio le è capitato ai giorni nostri, a metà
settembre dell’anno scorso, quando prima è stata incappucciata e le è stato
messo un cappio al collo e poi, dopo un paio di settimane, è stata mutilata.
Da quando è successo tutto
questo, la nostra associazione AGIAMO - Amici GIArdini MOntanelli, non ha
smesso di occuparsi di lei e di immaginare in quali modi potere trasformare una
vigliaccata in una occasione per valorizzarla. Dapprima abbiamo offerto una
ricompensa di 500 euro a chiunque avesse fornito notizie utili al ritrovamento
dei pezzi spaccati e spariti (che abbiamo stimato pesare intorno ai 50 chili) e
poi abbiamo iniziato a guardarla non solo come un braccio di marmo spaccato, ma
a tutto ciò che può simbolizzare un danno fatto a noi, ai nostri valori, ai
nostri sentimenti più intimi. E allora abbiamo pensato che sarebbe stato bello finanziare
una borsa di studio per gli studenti di Brera, o di qualche altro istituto
d’arte milanese, per l’elaborazione di progetti di restauro creativo della
statua, di installazioni luminose e quant’altro che possano simboleggiare il
superamento della violenza subita non solo da una statua di marmo, ma da una
donna e da un Paese intero, o anche la reazione vitale di superamento di una
disabilità.
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