mercoledì 1 marzo 2017

Tutti i nostri soldi per amore dei giardini




Nello scorso maggio i concerti di WIRED NEXT FEST ai giardini Montanelli avevano lasciato dietro di loro un putiferio di spazzatura e polemiche

Tutti i nostri soldi per amore dei giardini

L’associazione AGIAMO offre al comune di Milano tutto il suo patrimonio pur di scongiurare l’evento che l’anno scorso aveva devastato i giardini

Oramai sembra proprio confermato che lo scempio dei concerti di WIRED 2016 ai giardini Montanelli sarà replicato anche il prossimo mese di maggio. Un vero disastro globale causato da un evento troppo imponente per essere di casa ai giardini pubblici, evento culminato l’anno scorso con centinaia di migliaia di bottiglie di birra frantumate dappertutto anche nelle aree giochi dei bambini. Per fermare il ripetersi di questo scempio, AGIAMO, l’associazione degli amici dei giardini Montanelli, ha offerto tutti i suoi soldi al comune di Milano per occupare lei quell’area in quei giorni. 


Per l’esattezza 4.500 euro, una cifra enorme per una piccola associazione nata da neanche un anno. L’importo è stato calcolato sulla base di quanto pagato dal gruppo AO di Ambra Orfei per il villaggio di Natale, altro evento diventato troppo imponente e invadente per essere ancora considerato adeguato al luogo in cui si svolge da 10 anni.
Ma i vetri rotti dei concerti di WIRED, che ancora oggi a distanza di un anno si possono trovare a bizzeffe per terra, non sono l’unico problema: l’ingresso di camion giganteschi che rovinano non solo la pavimentazione dei viali, formando buche e avvallamenti, ma anche danneggiando le piante e le aiuole che dovrebbero essere fiorite invece che base per gli stand, e il volume assordante della musica e delle voci del pubblico che disturba non solo i residenti umani, ma anche la fauna, sono gli altri danni collaterali.
“Preferiremmo spendere questa cifra in altro modo, magari per abbellire qualche angolo di questa perla verde di Milano – dichiarano compatti i 9 consiglieri di AGIAMO – piuttosto che per scongiurare un disastro ambientale, ma non ci sono molte scelte. L’altra possibilità è che si debba utilizzare tutta la nostra cassa per organizzare una serie di efficaci azioni di protesta per dissuadere il pubblico a partecipare. Le idee che abbiamo messo a punto sono tante e assai creative e siamo pronti a partire da subito e con un notevole crescendo. Noi speriamo ancora di evitare di metterle in pratica, e che chi sta rischiando di fare una pessima figura colga invece l’occasione per cambiare direzione e riscuotere la gratitudine di tutti. Siamo sicuri che a Milano esistano dei luoghi molto più adatti, basta avere la voglia di cambiare per migliorare. Dalla nostra parte abbiamo comunque tanta gente che la pensa come noi e i personaggi e le menti più importanti dei giardini e chi non ha capito di chi stiamo parlando presto capirà. ”.  

Riproduzione e diffusione libera e auspicata

Egregio Direttore Federico Ferrazza,

Le scrivo in rappresentanza della associazione AGIAMO – Amici GIArdini MOntanelli.
Mi preme farLe conoscere il pensiero di tutti i nostri soci, frequentatori abituali dei giardini, a proposito dell’evento organizzato dalla Sua rivista: secondo noi WIRED NEXT FEST deve svolgersi altrove, soprattutto i relativi concerti da voi organizzati. Il tema trattato niente ha a che vedere con i giardini pubblici, anzi, le devastazioni susseguenti ai due concerti dell’anno scorso li hanno gravemente danneggiati e ne hanno limitato per molti giorni la normale fruibilità da parte di tutti.
Se il vostro intento, a proposito di questa manifestazione, è anche quello di fare bella figura, di fare del bene alla collettività e di ottenere così un buon ritorno di immagine, le voglio dire con certezza che, non solo per i soci di AGIAMO, ma per una vastissima parte degli utenti quotidiani dei giardini, che non sono pochi, il risultato è l’esatto contrario.
Sono certo che Lei sia stato informato, ad esempio, di come si è presentata l’anno scorso, all’indomani dei concerti, l’area interessata, che, tra l’altro, insisteva in buona parte sulle aree giochi dei bimbi; se così non fosse, Le posso inviare alcuni scatti che parlano da soli.
Eventi di questo tipo ai giardini Montanelli comportano grandi problemi sia di controllo, ordine e sicurezza, a causa della recinzione in molti punti quasi inesistente e della scarsa illuminazione, che di logistica a causa dell’assenza di grandi parcheggi in zona.
Noi di AGIAMO auspichiamo che la vostra sensibilità verso il verde, l’ecologia, la pulizia, l’igiene, la sicurezza, la conservazione e il rispetto di giardini storici e monumentali, come sono quelli Montanelli, sia tale da portarVi, insieme con il comune di Milano, a individuare senza indugio un’area consona allo svolgimento del Vostro tanto interessante quanto imponente evento, e ciò anche al fine di scongiurare una sollevazione generale e non solo dei nostri soci. Se ciò non dovesse avvenire, sarà inevitabile da parte nostra mettere in atto significative azioni di protesta anche attraverso l’interessamento dei media.
Certo di un suo riscontro, resto a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento e la saluto cordialmente.

Enrico Pluda
Presidente di AGIAMO
335.6123.640


11 commenti:

  1. Cari Amici,
    innanzi tutto grazie al Cd per tutto l’impegno e il lavoro svolto. Non sfugge a nessuno quanto sia difficile trattare con politici scaltri ed esperti. Dall’appello accorato che avete rivolto a chi potrebbe evitare che si ripeta lo scempio dell’anno scorso emerge anche lo sbigottimento e la frustrazione di fronte a chi non vuole intendere ragione.
    Francamente le rassicurazioni fornite da Wired mi lasciano perplessa: il cambio di organizzatore, l’eventuale trasferimento del concerto nelle strade adiacenti, il genere musicale diverso, lo spostamento del fronte del palco sarebbero meno invasivi? Voglio credere che sia così, anche se sono molto scettica.
    Quello che trovo preoccupante è che non c’è alcuna volontà da parte della pubblica amministrazione di spostare gli eventi dal forte impatto ambientale, come i concerti, dai Giardini pubblici. E questo contraddice anche con quanto convenuto dall’attuale sindaco Sala l’anno scorso, pochi giorni dopo che si era svolto il famigerato concerto, durante l’incontro ai Giardini precedente la sua elezione.
    A quell’incontro ero presente nel seguito di Sala, che, per inciso, avevo sostenuto attivamente durante tutta la campagna elettorale, ed ebbi modo di parlargli direttamente. Sala riconobbe la natura storico-monumentale dei Giardini e il degrado nel quale versavano e rilevò la necessità di nominare un “conservatore” dei Giardini, come si fa per i musei e i siti d’arte, che addirittura avesse sede al loro interno. Questa sensibilità contrasta con la pratica di considerare i Giardini come location di manifestazioni d’ogni genere.
    Per questo una petizione al sindaco Sala da parte di privati cittadini, anche estranei ad Agiamo (che rischia di essere considerata un’associazione di residenti privilegiati) mi è sembrata una buona iniziativa per esercitare un minimo di pressione sull’amministrazione comunale, prima di passare ad altre forme di protesta e di contrasto. Un’istanza che, peraltro, era già stata interpretata dal Municipio 1 con la sua mozione di inizio d’anno, in difesa dei parchi Sempione e Montanelli. Ritengo anzi che Agiamo avrebbe potuto avvantaggiarsi da una simile iniziativa che, se fosse partita prima e con all’attivo un buon numero di firme, avrebbe potuto consentire ad Agiamo di sedersi al tavolo delle trattative da una posizione di forza.
    Forse su nient’altro come la deplorazione per quanto accaduto un anno fa c’è così tanta convergenza fra i soci di Agiamo e tra Agiamo e la cittadinanza di Milano. (Ricordiamoci anche la reazione dei milanesi all’indomani delle devastazioni che precedettero l’apertura dell’Expo.) Perché non sfruttarla per ottenere il nostro scopo? Una petizione popolare con una richiesta sacrosanta è davvero il minimo fra le tante azioni di contrasto che si possono intraprendere. E i tempi mi sembrano più che mai adatti.
    Trovo che non ci sia nessuna contraddizione tra una petizione popolare e la posizione dialogante di Agiamo. E penso anche che il nostro essere liberi cittadini e il senso di appartenenza alla nostra associazione non siano in contrasto aderendo a un’iniziativa civile, pacata e responsabile che, oltretutto, interpreta un punto fondante della associazione stessa, come specificato nel suo Statuto.
    Tanto vi dovevo. Grazie ancora.

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  2. Cara Paola Rambaldi,
    innanzitutto attenderei l'esito finale di questa vicenda prima di confezionare giudizi definitivi.
    In secondo luogo penso che sia meglio avere a che fare con gente scaltra ed esperta che con sprovveduti e inesperti.
    A me le rassicurazioni di WIRED in questo momento non mi lasciano perplesso, mi lasciano del tutto indifferente perchè non è questo il punto. Il punto è riuscire a mostrare, dimostrare e convincere le parti in gioco dell'assenza di differenze tra fare il bene aziendale, quello personale, quello sociale e quello politico e di come i relativi valori non siano antagonisti ma protagonisti.
    Non è affatto facile, perchè la resistenza al cambiamento è uno delle patologie umane più diffuse e dannose.
    Detto questo però non capisco come, dal resoconto di AGIAMO, non balzi subito all'occhi questa volontà politica di mettersi in discussione in chi sta trattando la questione e in chi impiega molto del suo tempo nell'analizzare i vari problemi connessi a questa vicenda.
    Per ciò che riguarda la petizione non posso dirti altro che la osservo con interesse, ma che, essendo una iniziativa ostile nei confronti di almeno una delle parti che stanno trattando la questione, al momento non può essere presa in considerazione da AGIAMO, che è, appunto, una delle parti che sta, al momento, trattando. Sarà comunque discussa nel prossimo CD della associazione come possibilità nel caso in cui le trattative venissero interrotte.

    Enrico Pluda

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  3. Caro Enrico,
    sono la prima ad augurarsi che l'esito finale di questa vicenda sia favorevole ai Giardini Pubblici. Ma nel resoconto ho letto che, al momento:
    a. l’evento Wired Next Fest è confermato ai Giardini,
    b. la decisione è quella di organizzare dei concerti serali ai Giardini,
    c. c’è la convinta volontà di rendere l’evento una tradizione ai Giardini anche per gli anni a venire.
    Un inizio di trattativa in salita per chi ha a cuore i Giardini, me lo concederai. Come tu stesso dicevi, qualche tempo addietro, ci si siede al tavolo e si va giù duri per poi, eventualmente, fare delle aperture. Le aperture ci sono state, ma sono ipotesi e rassicurazioni che l’impatto sarà meno grave che l’anno scorso. Speriamo.
    Quanto ai politici, ti faccio notare che l’anno scorso ho contribuito attivamente a farli eleggere, in particolare l’assessore al Verde. Quindi non hai bisogno di convincermi, semmai qualche socio di Agiamo potrebbe avere delle riserve. La parte politica alla quale appartengono i politici in questione è abituata alla discussione e al confronto interno, anche difficile, anche doloroso. E’ la cifra che la contraddistingue nel panorama politico attuale ed è una caratteristica che io apprezzo e rivendico.
    Personalmente all’incontro del 28/2 ero rappresentata sia dall’assessore Maran, sia dal presidente Arrigoni, sia dal vicepresidente Grandi, sia dal Cd di Agiamo. Quindi, anche qui, siamo in sintonia.
    Ciò su cui dissento completamente è che una petizione che chiede al Comune di questa città di salvaguardare i Giardini sia “ostile” a una delle due parti che stanno trattando. Il diritto di petizione è un diritto fondamentale dei cittadini italiani sancito dalla Costituzione italiana ed europea, e la petizione in questione è “contro” nessuno (né il Comune di Milano, né Agiamo per intenderci), ma “per” la tutela dei nostri Giardini. E sono certa che questo verrà fuori senza equivoci in un sereno e quanto mai atteso confronto interno alla nostra Associazione.
    Grazie per la cortese risposta.

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    1. Cari tutti, non entro nel merito della petizione.
      Ho letto però il resoconto con attenzione e mi colpisce l'ostinazione del direttore di Wired nel pensare ai Giardini Montanelli come unica possibile location per il WNF anche per gli anni a venire.
      Ha ragione l'assessore Maran: il Wired Next Fest è un evento di portata nazionale (leggo su mediakeytv.it che nel 2016 la media exposure delle due edizioni di Milano e Firenze ha raggiunto un valore di 4,5 milioni di euro http://www.mediakey.tv/index.php?id=leggi-news&tx_ttnews%5Btt_news%5D=70041&cHash=2d876849fdf3d18357a8591d7ecaa31e).
      Ma è anche vero che WNF si presenta come il festival dell'innovazione, ed innovazione è cambiamento, rottura, discontinuità, ricerca di nuove soluzioni e allora mi domando perchè volere a tutti i costi il continuum, perchè cercare la tradizione.
      Perchè non fare del WNF un festival itinerante che propone ogni anno una location diversa?
      Penso anch'io allo scalo Farini come proposto dal Municipio 1, ma anche a Piazza Leonardo da Vinci, alla Bicocca con i suoi magnifici spazi aperti, all'ex area Expo e molti altri.
      Perchè insistere su un'area verde, su un Parco Storico e Monumentale posto sotto la tutela della Soprintendenza alla Belle Arti e PAESAGGIO?
      Paola Chiesa

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  4. È davvero incomprensibile questa ostinazione, soprattutto se si considera che siamo a Milano e non in un piccolo paese che ha solo una piazza e via! Qui altro che portata nazionale, mi sembra davvero un atteggiamento molto provinciale. Parafrasando un comico veterocomunista dico "non lo capisco e non mi adeguo".
    Quanto alla questione petizione, quando la definisco "iniziativa ostile", mi riferisco certamente verso WIRED, che è una delle parti che sta trattando; per individuare le eventuali altre basta leggerne i testo per capire. AGIAMO non c'entra niente anche da questo punto di vista, e ci mancherebbe altro!

    Enrico Pluda

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  5. Mi sono tolto i sassolini dalle scarpe e ho trovato solo i pezzi di vetro di WIRED e quelli di marmo dell'Italia turrita.

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  6. Quello di WIRED 2016 non è stato un concerto, ma uno SCONCERTO!

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  7. Non pubblichiamo post anonimi e di estranei alla associazione

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