In genere i ringraziamenti si
fanno alla fine, ma permettetemi di iniziare ringraziandovi per la vostra
partecipazione senza la quale questa iniziativa non avrebbe mai visto la luce.
Grazie ai sette e più amici
che mi hanno supportato e sopportato nella ideazione di questo progetto e un
grazie speciale al notaio de Cicco che ci ha fatto nascere gratis.
I giardini Montanelli, o se
preferite giardini pubblici o di via Palestro, costituiscono per Milano un
patrimonio verde di straordinario valore storico, artistico e culturale; un
gioiello raro a Milano; uno dei biglietti da visita più prestigiosi e
significativi del turismo cittadino.
Noi abbiamo il dovere di non
sciuparli e di trasmetterli intatti, se non addirittura migliorati, e in tutto
il loro splendore, alle future generazioni.
Noi abbiamo il dovere e il
piacere di poterli mostrare a coloro che visitano la nostra città nel migliore
modo possibile e abbiamo il diritto di goderceli quotidianamente nello stesso
modo.
Se siamo qui è perché questo
noi lo sappiamo.
Ecco, noi vogliamo ricordarlo
a chi non lo sa o se lo è dimenticato.
È per questo che 19 luglio
2016, con la luna piena è nata AGIAMO
Un nome che è già un
programma.
Nei mesi passati, mentre
raccoglievo, non senza timore, le vostre mail, mi sono reso conto che l'interesse
a smuovere qualcosa era ed è veramente forte a prescindere dai politici con i
quali abbiamo organizzato i giri a piedi umidi nel parco, dal loro peso e dalla
lista per cui parteggiano.
Questo interesse mi ha dato la
forza di passare dalle parole ai fatti sapendo che non sarebbe stato e non sarà
semplice.
Voglio subito dirvi che io
penso ad AGIAMO, non come a una crociata o a chissà quale “mission impossibile”
da compiere a tutti i costi, ma come a una opportunità per dare voce compatta e
corposa ai sentimenti di persone che come me e come noi amano Milano e le sue
infinite bellezze spesso minacciate da incuria e sciatteria.
Una opportunità da sostenere
senza fanatismi, senza polemiche sterili o addirittura controproducenti.
Con tanta passione e coraggio
e, al contempo, con calma e classe.
Confrontandosi sì, ma anche divertendosi.
In tanti.
AGIAMO è un acronimo che vuol dire amici dei,
o meglio ancora amore per i, giardini Montanelli.
Agiamo quindi, e non parliamone, vediamoci,
sentiamoci, le faremo sapere.
Come ho già avuto modo di dire
e scrivere “Credo che gli sforzi necessari per
migliorare la qualità dei giardini, non siano poi così titanici, ma che
richiedano appena un po’ di buona volontà soprattutto, ma non solo, politica.”
Penso che questi sforzi
debbano essere contraddistinti da uno stile ispirato alla collaborazione, alla
buona educazione, al savoire faire e al rispetto, ma anche alla schiettezza,
all'efficacia e alla determinazione, essendo noi certi di avere dalla nostra
parte degli ottimi argomenti e tanta gente che la pensa come noi.
In queste settimane il complimento migliore
che mi hanno fatto è che io vado come un treno.
È vero, di lavoro ne abbiamo fatto tanto, e
non solo di quantità ma anche di qualità.
Restando in tema di mezzi di trasporto io
penso ad AGIAMO piuttosto come a un aereo.
Abbiamo scelto la rotta, lo abbiamo costruito
e abbiamo svolto i collaudi. Abbiamo creato i servizi necessari per farlo stare
in aria.
Ora dobbiamo riempirlo e farlo decollare per
arrivare a destinazione.
Gli aerei mezzi vuoti al giorno d’oggi
vengono cancellati.
Questo per me è un punto molto
importante, è il primo dei tre fondamentali che intendo perseguire e che,
combinati tra loro, costituiscono quel circolo virtuoso che spero vivamente di
iniziare presto a fare girare a pieno regime:
TANTI SOCI = TANTE VOCI CON
POCHI OBIETTIVI SEMPLICI, MIRATI E SACROSANTI ==> CI FACCIAMO SENTIRE E RISPETTARE XCHE’
AGIAMO, appunto = OTTENIAMO RISULTATI ==> ATTIRIAMO SPONSOR E SUPPORTER = MEZZI PER
PERSEGUIRE GLI OBIETTIVI ==> TANTI SOCI… e così via sino a quando non
saremo soddisfatti.
Spero che questo meccanismo e
questo stile attragga tante tipologie di utenti e che AGIAMO possa diventare il
punto di riferimento di tutti coloro che amano i giardini di via Palestro e non
solo dei padroni o degli accompagnatori dei cani.
Anche se tutto questo è
politica, nel suo significato più tipico e puro, a me personalmente non
interessa affatto questionare di politica per addossare a questa o quella parte
la responsabilità di un evidente degrado.
Non mi interessa conoscere i
responsabili di ieri, secondo me sono stati degli irresponsabili, ma è quelli
di oggi che voglio incontrare.
Da loro voglio capire come e
quando intendono intervenire, quali progetti hanno in mente nel breve e nel più
lungo periodo.
In parte questo lo abbiamo già
avviato con Sala, Guaineri, Grandi e Maran
Vorrei anche capire quale è il
livello di sicurezza che percepisce la gente che frequenta i giardini.
A me interessa fare tutto
quanto sia nelle nostre possibilità per cercare di migliorare sensibilmente la
vita quotidiana di quanti frequentano il parco, per cercare di ridare il giusto
lustro ad uno dei luoghi cittadini più visitati non solo dai milanesi, ma anche
dai turisti di tutto il mondo.
E basta!
Niente altro, nessun secondo
fine di nessuna altra natura e spero che nessuno dei candidati al Consiglio ne
abbia.
Voglio pensare che se niente
cambierà non sarà perché noi non ci siamo dati da fare abbastanza, ma perché
chi doveva intervenire non l'ha fatto, e a questo punto starà a noi decidere se
continuare, raddoppiare o abbandonare. Ma se decideremo di abbandonare lo faremo
sapere a tutti.
Permettetemi di aprire la
parentesi Wired: la genesi e l’apocalisse insieme!
Devo ammettere che un grande
incentivo ad avviare il progetto me l’ha dato proprio WIRED con il suo caos
organizzativo durato quasi due settimane, il frastuono infernale e le migliaia
di bottiglie di birra fracassate al suolo.
Sembrava che fossero esplose le
Vetrerie di Empoli della vicina via Montenapoleone a causa dei subwoofer a
palla.
È così che mi sono deciso a
tracciare i primi punti del nostro programma che conoscete già, ma che mi piace
rileggere insieme a voi.
...AGIAMO, Amici Giardini Montanelli, si occuperà di
salvaguardare la salute dei giardini e dei suoi abitanti e di migliorarne la
fruibilità da parte di tutti: utenti umani, piante e animali selvatici...
AGIAMO seguirà l’esempio del giardino della Guastalla,
dove, oramai da molti anni, 65 soci hanno fondato una associazione che ha
scopi del tutto simili a quelli di cui sopra e che, in particolar modo, si
occupa della regolamentazione dell’uso del giardino
(così è riportato anche sul sito del comune).
Questo
è per me un altro punto molto importante, perché è cercando di capire come
funzionava la Guastalla che ho scoperto qualcosa che non conoscevo e che non
immaginavo.
In
pratica gli amministratori pubblici avevano demandato a una piccola
associazione privata il compito di regolamentare l'uso di un giardino pubblico.
Allora
perché là sì e qui no? Mi sono domandato.
Perché
in un piccolo giardino centrale e molto frequentato sì e in uno più grande no?
Continuo
a leggere quello che vi ho inviato sino alla noia perché costituisce la direzione
principale verso cui voglio incanalare i nostri sforzi e per i quali ho
conquistato il vostro interesse.
1) Adozione di orari per i cani liberi come ai giardini
della Guastalla (che non significa cani
sciolti e abbandonati… e nemmeno che nelle altre ore c’è divieto di accesso ai
cani)
2) Spostamento di tutti gli orribili e malsani gabinetti in
plastica al di fuori del perimetro del parco e installazione di almeno una
toilette permanente collegata alla rete fognaria.
Questo consentirebbe anche una migliore e più facile
manutenzione dei gabinetti stessi, nonché la sparizione del relativo traffico
di camion all’interno dei giardini e dello sversamento di liquidi inquinanti.
3) Riduzione al minimo delle manifestazioni e degli eventi che comunque non dovranno nuocere alla normale e generale fruizione dei giardini e che dovranno essere in sintonia con l’ambiente circostante.
3) Riduzione al minimo delle manifestazioni e degli eventi che comunque non dovranno nuocere alla normale e generale fruizione dei giardini e che dovranno essere in sintonia con l’ambiente circostante.
A puro titolo d’esempio: Orticola ha un senso, soprattutto
se il ricavato viene poi impiegato per migliorare la manutenzione dei giardini
Montanelli, il concerto rock con 30.000 persone e centinaia di migliaia di
bottigliette di birra frantumate dappertutto, no.
4) Miglioramento della pavimentazione, della manutenzione e
della pulizia delle aree giochi dei bambini, con relative recinzioni e divieto
di ingresso ai cani.
Sistemazione, manutenzione e pulizia dei viali in ghiaia
anche per colmare le numerose buche causate dal continuo viavai dei mezzi a
motore, che dovrà essere ridotto sensibilmente.
5) Divieto di bivacco da fare applicare con controlli
notturni e diurni da parte delle forze dell’ordine e con particolare attenzione
al gazebo, e richiesta pressante agli organi competenti di trovare sistemazioni
dignitose alle persone che sono solite dormire nei giardini.
6) Abbattimento del maggior numero possibile delle barriere
architettoniche e installazione di un defibrillatore.
È facendo conoscere queste mie ragioni a
tutti voi che ho raccolto le vostre adesioni
Però devo dire che in diversi
mi hanno fatto presente che il giardino della Guastalla è più piccolo, meno
frequentato, più facile da gestire, ecc. ecc.
A tutti ho risposto che sono
pronto a dimostrare a chiunque che il fatto che i giardini Montanelli siano più
grandi è solo un elemento che gioca a favore e non a sfavore.
Guardate il parco di Monza, 700 ettari.
Io ci vado molto spesso ed è
pieno di cani liberi, di gente che corre, anche in bici e con gli sci a rotelle,
di cavalli e di mamme con bambini e non ho mai visto zuffe o proteste ed è
tenuto mille volte meglio
È evidente che più un parco è
grande e meno problemi possono sorgere tra frequentatori e anche i cani con i
loro padroni si distribuiscono e sparpagliano su aree più vaste.
In questi mesi ho parlato,
molto più che in passato, con tanta gente.
La frase più ricorrente che è
stata applicata a questo o a quel punto del nostro programma è "sarà difficile, dubito che...".
A tutti ho risposto che tutto
è mooolto difficile e che anche io sono pieno di perplessità e paure.
Bracco ha finanziato il
restauro della Guastalla e ha così ottenuto vari privilegi e concessioni.
Sembra quasi un giardino privato a uso pubblico, ma così non è.
Lì, giusto per fare un esempio,
ci sono un sacco di trappole per topi grandi come traghetti.
In proporzione ai giardini
Montanelli ci dovrebbero essere centinaia di portaerei, ma così non è.
Sarà difficile, dubito
che...". A tutti ho
risposto anche con una battuta: alla Guastalla c'è una Bracco, noi però
possiamo essere centinaia e centinaia di bracchi, mamme, runner e chi più ne ha
più ne metta.
È evidente che la nostra prima
forza dovrà essere il numero e la compattezza.
Non c’è bisogno che mi
torturiate per confessarvi che immagino AGIAMO con un numero di soci molto
vicino a 500, non subito, ovviamente, ma neanche tra poi così tanti anni.
Penso che con il contributo di
tutti si possa riuscire ad allargare la cerchia di chi conosce e condivide gli
obiettivi di AGIAMO.
Forse sono un po' troppo
ottimista, ma io ci credo.
Però se non ci crediamo tutti
noi, non ci riusciremo mai!
Magari non ci riusciremo, ma
saranno anche gli altri a doverci convincere delle loro ragioni, non solo noi a
convincere loro, e dovranno essere delle ragioni migliori delle nostre
che sono e saranno ottime.
Durante il giro con Beppe Sala
(allora solo candidato sindaco), anche grazie all'acquazzone della notte che ci
aveva dato una bella mano, la scarsa manutenzione era balzata subito all'occhio
di tutti, anche di quelli che probabilmente erano anni che non mettevano piede
ai giardini.
Un po' dappertutto c’erano pozze
come laghi causate nel tempo dai numerosi mezzi pesanti che scorrazzano di
continuo nel parco.
E che dire del gazebo, un
centro di accoglienza perfetto per chi non vuole trovare soluzioni più adeguate
a quella che però non può più essere chiamata emergenza. E quel giorno c’era il
tutto esaurito.
Per me una cosa è certa,
quello non è un luogo adatto né per loro e né per lo svolgimento dei concerti
rock con migliaia e migliaia di spettatori trasfusi di birra.
Sono sicuro che Milano sia
piena di posti adatti allo svolgimento di qualsiasi evento.
Basta volerlo trovare e
attrezzare.
Mi piace ricordare e
sottolineare che anche Beppe Sala ha concordato con me e con noi dicendo che i
giardini sono giardini e che certi eventi si devono svolgere altrove.
Basta con gli eventi, ha detto.
E poi Milano ha tutte le
possibilità di accogliere adeguatamente e dignitosamente chiunque.
Quando ha visto i cessi,
perché cosi si devono chiamare quegli orribili e malsani gabinetti in pvc, ha
detto che si deve fare come all'Expo, con bei gabinetti prefabbricati
allacciati alla fognatura.
Insomma, tanto buon senso.
Ora però è giunto il tempo di
passare dalle parole ai fatti.
Per quello che ci riguarda,
credo che AGIAMO debba presto rappresentare ed esprimere con tenacia le valide
argomentazioni di centinaia di persone che vogliono vedere i giardini tenuti
come si deve.
Per questa ragione ho il
piacere di ricordarvi i tre punti fondamentali sui quali lavorare insieme:
1)
soci
2) agire
3) sponsor
e di presentarvi i passi
fondamentali di una prima agenda che ha già ispirato i nostri movimenti
iniziali e che spero condividerete con me, nei prossimi tre anni:
Entro fine ottobre 2016
1) Costituzione di AGIAMO e
piena operatività
2) Impostazione del sistema
di tesseramento
3) Impostazione di un
efficiente sistema di incassi delle quote e dei relativi solleciti
4) Impostazione di un budget
incassi/spese
5) Assemblea dei soci e
nomina Consiglio per il triennio
6) Definizione e
distribuzione dei compiti operativi e creazione di eventuali Comitati e
Responsabili per specifiche
aree di attività (esempio: Facebook e Twitter; documentazione
fotografica e video; ricerca
sponsorizzazioni; ufficio stampa, ecc.)
7) Avvio attività di ricerca
di sponsor e di relazione con altre associazioni
8) Sviluppo dell’attività di
promozione e comunicazione per l’allargamento della base sociale
9) Apertura conto corrente
10) Definizione delle
attività da svolgere con i primi fondi di AGIAMO e da proporre al Comune
Ad esempio: rifacimento dei
cartelli delle aree cani; recinzione delle zone d’acqua
Entro fine 2016
11) Raggiungimento quota 150
soci
12) Punto della situazione
sponsorizzazioni
13) Primi incontri con il
sindaco Beppe Sala o comunque con i funzionari del Comune
Entro giugno 2017
14) Raggiungimento quota 200
soci
15) Ottenimento dei primi 2,
3 risultati tra i 6 punti del nostro programma
16) Ottenimento di almeno un
paio di sponsor significativi
Entro fine 2017
17) Raggiungimento quota 300
soci
18) Ottenimento di tutti i 6
punti del programma
19) Definizione di altri 5,
6 punti programmatici per i due anni successivi
Entro fine 2019
20) Raggiungimento quota 500
soci
Come sapete, io e tutto il
Consiglio che ha avviato AGIAMO ci presentiamo oggi a voi come dimissionari
perché eravamo in 8 e ora, in un solo mese, siamo 65.
Ora spetterà a voi votare il
Consiglio che avrà il vostro appoggio per il triennio 2017-2019.
Il mio auspicio è che chiunque
entrerà in Consiglio, vorrà proseguire quanto impostato da noi, con lo stesso
spirito e la stessa determinazione.
Io vorrei fare squadra con chi
ha condiviso e condivide il mio approccio, con chi contribuisce secondo le
proprie abilità e disponibilità con autonomia ed efficacia.
Io non voglio dare ordini a
nessuno e non ne voglio ricevere da nessuno.
Io voglio che noi AGIAMO!
Ora lascio la parola al nostro
tesoriere e segretario Giovanni Bottini che vi illustrerà il regolamento
interno e poi ai vari candidati che, se vorranno, avranno qualche minuto a
testa per presentarsi a voi. Personalmente non sono particolarmente interessato
al loro curriculum, quanto piuttosto a conoscere in che modo intendono
contribuire allo sviluppo e alla diffusione di AGIAMO.
Grazie ancora a tutti.
Enrico Pluda
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